La gestione del capretto neonato

Oggi vogliamo parlare di un aspetto importantissimo dell’allevamento caprino (e non solo) che troppo spesso risulta essere una nota dolente nelle nostre aziende: la capretteria. Questa rappresenta il punto nevralgico di ogni allevamento che voglia garantirsi un futuro! Ciò nonostante capita che venga erroneamente trascurata dagli allevatori, che le riservano spazi angusti e talvolta malsani, senza rivolgere le attenzioni dovute a quello che rappresenta il maggior investimento per il futuro aziendale.

La prima cosa da fare al momento della nascita dei capretti è la disinfezione dell’ombelico! Questa si può realizzare con del mercurio cromo o con spray antibiotici; in entrambi i casi i risultati sono ottimi a seguito delle corrette manualità. Quindi sarà compito dell’allevatore occuparsi della colostratura dei giovani capretti. E’ molto importante che i giovani capretti assumano la corretta quantità di colostro somministrato con il biberon o con sonda, nei tempi giusti (entro 6 ore la prima poppata, nell’arco delle prime 24 ore di vita l’intestino perde la capacità di assorbire le immunoglobuline), ma anche il controllo della qualità è molto importante. Tramite un semplice rifrattometro, strumento dal costo molto contenuto, si può valutare la qualità del colostro materno in modo da assicurarsi di somministrare solo un prodotto di alta qualità. Eventualmente è consigliabile costruirsi con criterio una banca del colostro da conservare in freezer e da utilizzare qualora il colostro di certe capre risulti scadente.

Bisognerebbe poi, almeno negli allevamenti numericamente più grandi, occuparsi del riconoscimento degli animali. L’applicazione dell’orecchino, previa disinfezione dello stesso, è sempre consigliata in modo da poter riconoscere la maternità e paternità dei capretti. Questa pratica è suggerita anche nel caso si voglia usare la rimonta interna in modo da ridurre al massimo i rischi di consanguineità.

Per quanto riguarda l’alimentazione è indispensabile che dal primo giorno di vita i giovani capretti abbiano già a disposizione acqua, mangime e fieno.

Capitolo molto importante è il latte da somministrare: oltre a quello materno in commercio si trova sia latte a base siero che a base latte.  La scelta deve essere operata in funzione delle esigenze specifiche (rapida crescita o maggior margine di sicurezza) Lo svezzamento sarà realizzato in funzione di alcune caratteristiche come: età, peso e autonomia verso gli alimenti diversi dal latte.

Il latte viene somministrato tramite allattatrici automatiche oppure tramite metodi manuali.

Nelle aziende in cui viene utilizzata la lupa è molto importante dedicarle ogni giorno qualche minuto per la manutenzione. La pulizia della vasca di miscelazione, tubi e tettarelle deve essere fatta quotidianamente. Se questi lavori entrano nella routine quotidiana infatti impegnano poco tempo all’operatore e garantiscono un elevato standard sanitario alle rimonte, con minori spese sanitarie e perdite di animali!

In tutto questo periodo è prioritario tenere in alta considerazione l’ambiente. Nei primi 3 – 5 giorni di vita è possibile mantenere i capretti in cassoni come da foto, con circa 5 – 6 soggetti per cassa, in modo da seguirli al meglio, somministrando le corrette quantità di colostro e di alimento  a ciascuno ogni giorno per poi spostarli in box dove saranno in massimo 15 – 20 e verranno seguiti fino a circa il decimo giorno di vita per abituarli alla lupa. Se non si ha sufficiente spazio a disposizione si può decidere di spostarli direttamente nel box comune dove ci sarà l’allattatrice facendo attenzione che nessuno rimanga indietro perché fatica a capire come nutrirsi.

 

In capretteria è bene aggiungere quotidianamente paglia da lettiera, e sostituirla completamente ogni 7 – 14 giorni a seconda del carico animale e delle soluzioni strutturali adottate. Inoltre, alla fine di ogni ciclo, l’ideale sarebbe spostare gli animali in altro recinto, tirare via completamente la lettiera e disinfettare il tutto, lasciando una sorta di vuoto sanitario fino al successivo giro di nascite.

Una capretteria curata e ben gestita, in cui siano rispettati i criteri di ventilazione, umidità e luminosità rappresenta senza dubbio un investimento per il futuro e permette la crescita di animali più forti che sicuramente reagiranno meglio ai diversi protocolli di profilassi vaccinale ed eventualmente antiparassitaria che possono essere applicati già dalle prime settimane di vita per garantirsi una rimonta più sana e forte possibile.

 

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